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Lunedì 14 luglio – L’UOMO NEL BOSCO

L’uomo nel bosco

Regia di Alain Guiraudie. Con Félix Kysyl, Catherine Frot, Jean-Baptiste Durand, Jacques Develay, David Ayala. Titolo originale: Miséricorde. Genere Drammatico, – Francia, 2024, durata 102 minuti.

Jérémie torna da Tolosa alla cittadina della provincia francese in cui è cresciuto per partecipare al funerale del panettiere locale, che è stato suo datore di lavoro negli anni della giovinezza. Martine, la vedova ancora piacente, lo accoglie a braccia aperte ma Vincent, il figlio del defunto, è meno entusiasta, e ingaggia quasi subito un corpo a corpo, reminiscente delle zuffe che i due condividevano da bambini, con quel giovane uomo che ora gli appare come un pericolo per la sua quotidianità domestica.

Anche il parroco del paese e un amico di vecchia data di Jérémie e Vincent entrano a far parte di quel gioco di equilibri (e di potere) che si sposta continuamente, ma mantiene il nuovo arrivato al centro dell’attenzione (e dei desideri) di tutti. Saranno le passeggiate nel bosco, apparentemente in cerca di funghi, il terreno su cui si giocherà la battaglia finale per la supremazia.

Il film sembra un po’ un giallo alla Chabrol e un po’ una fiaba nera (non a caso i personaggi si avventurano ripetutamente in un bosco misterioso), ma in realtà è tutto Alain Guiraudie, il regista e sceneggiatore francese che con una decina di titoli (il più memorabile è Lo sconosciuto del lago, ma è notevole anche il recente L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice) ha definito la sua poetica libera e impossibile da incasellare in un genere, o in una narrazione codificabile.

Fin dall’incipit, la lunga sequenza in cui Jérémie arriva in automobile al paese intrufolandosi intimamente fra le case come un virus, “corpo estraneo” nel “corpo familiare”, sappiamo di non avere a che fare con una messinscena classica. Anche i personaggi – la vedova, il prete, il vicino scontroso – sembrano archetipi drammaturgici e poi si comportano in modo imprevedibile, inizialmente assecondando le nostre aspettative e poi tradendole, in una vicenda in cui il tradimento è la regola, ma lo è anche l’accettazione di quel tradimento.

Allo stesso modo Guiraudie sceglie di accostare due temi apparentemente incongruenti come il desiderio privo di freni inibitori e la misericordia intesa in senso profondamente cattolico (il titolo originale del film è appunto Miséricorde). Il regista segue un registro “umano troppo umano”, rifiutandosi di giudicare il suo protagonista che ha la forma dell’acqua nell’adattarsi alle circostanze manipolandole a suo piacimento, ma che è privo di premeditazione e di intenzionale malizia (perché quella sta sempre e solo negli occhi di chi guarda, secondo Guiraudie).

(mymovies.it)

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Domenica 13 luglio – VERMIGLIO

Vermiglio

Regia di Maura Delpero. Con Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi, Orietta Notari. Genere Drammatico, – Italia, Francia, Belgio, 2024, durata 119 minuti.

Lucia, Ada e Flavia sono le tre figlie femmine della famiglia Graziadei che ha contato dieci nascite, non tutte purtroppo andate a buon fine, come succedeva nell’Italia rurale all’epoca della Seconda Guerra Mondiale. I Graziadei vivono nella frazione trentina di Vermiglio, in una casetta in mezzo ai campi e alla neve dei lunghi inverni di montagna. Il capofamiglia è un maestro elementare che si sforza di insegnare ai suoi studenti non solo ad esprimersi in un italiano corretto invece del dialetto che tutti (compresi i Graziadei) parlano a casa, ma anche ad aspirare a qualcosa di più bello e più alto della fatica quotidiana. Quando i Graziadei ospitano un soldato siciliano che ha disertato l’esercito si innesca una reazione a catena che l’unità famigliare dovrà gestire, e che si svilupperà lungo le quattro stagioni dell’ultimo anno di guerra.

Delpero e i suoi personaggi (si) raccontano con la calma e l’apparente semplicità di un tempo e uno schema di relazioni domestiche ben codificate dal costume sociale e dall’abitudine, ma sempre in procinto di aprire il fianco al nuovo, e non sempre al meglio.

Così Lucia, la bella figlia maggiore dei Graziadei, catturerà le attenzioni di Pietro il disertore, Ada cercherà di controllare pulsioni sessuali segrete che la indirizzano verso Virginia, la ribelle di Vermiglio, e Dino, il figlio maggiore osteggiato dal padre, alternerà la dolcezza verso i fratelli e la madre allo scarso impegno a scuola e alla propensione ad affogare le sue frustrazioni nel vino.

Quello che Delpero descrive è un piccolo mondo antico ancora riconoscibile ma già lontano nella sua gentilezza, nel suo calore famigliare e nell’afflato educativo del padre, pur condito di eccessiva severità e di quel pragmatismo che gli fa escludere dal proseguimento degli studi Ada, volenterosa ma non “portata”.

Delpero sa sempre dove posizionare la cinepresa per catturare in modo pudico e olistico la vita di questo microcosmo domestico e agreste, ottenendo da tutti gli interpreti (sotto il coaching sapiente di Alessia Barela), compresi i bambini più piccoli, recitazioni spontanee e profondamente credibili (un unicum nel cinema italiano contemporaneo), e uniformando la maggiore esperienza di Tommaso Ragno (efficacissimo nel ruolo del padre) o Sara Serraiocco con quella del resto di un cast scovato fra le montagne del Trentino Alto Adige.

(mymovies.it)

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Sabato 12 luglio – LA GAZZA LADRA

La gazza ladra

Regia di Robert Guédiguian. Con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Grégoire Leprince-Ringuet. Titolo originale: La Pie voleuse. Genere Commedia, – Francia, 2024, durata 101 minuti.

Maria ama le ostriche, la musica classica e il suo nipotino, che dimostra un talento precoce per il pianoforte. Decisa a farne un pianista ad ogni costo, ha noleggiato un piano verticale e assoldato il maestro migliore di Marsiglia per dargli lezioni private. Ma Maria non ha i mezzi per sostenere queste spese e come la “gazza” di Rossini ruba la vita che luccica e fa la cresta sulla spesa dei suoi clienti, persone anziane di cui si occupa amorevolmente. La devozione la spinge però un po’ troppo lontana, firmando assegni che non potrà restituire. Un accidente scopre il suo gioco ma sotto il sole di L’Estaque qualcuno la ama e la solleva dai guai.

All’estremo nord di Marsiglia, in riva al mare, sorge come un sole il villaggio di L’Estaque, oggi 16° arrondissement della città.

Ed è questo senso di lealtà incrollabile che rende la sua filmografia così avvincente. Anche i temi restano gli stessi, la precarietà economica e sociale, la solidarietà confrontata ai drammi della vita, la ricerca della luce in fondo al tunnel, l’umanesimo luminoso malgrado la violenza delle società umane.

La gazza ladra non fa eccezione ma come il film precedente, E la festa continua!, cede a una morbidezza mai conosciuta prima. Se Rosa (E la festa continua!) doveva decidere se perseverare nel suo impegno civico o iniziare il processo di disimpegno, votandosi a un nuovo amore, Maria rilancia aggiungendo a quell’esitazione una nota gaudente, quasi inedita in Guédiguian.

Dal principio il suo cinema si muove seguendo impulsi opposti, uno politico, l’altro lirico, non sempre conciliabili, da qui la malinconia che gli è consustanziale. Quella malinconia, che prende una piega tragica dentro melodrammi senza scampo (La casa sul mare, Gloria Mundi), infestati dalla morte, dal fallimento e da un senso di disastro sociale, si converte in una brezza leggera che soffia dal Mediterraneo, linea di fuga di ogni appartamento che lo scorge, anche il più modesto.

(mymovies.it)

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17 luglio – Gianluca Jodice per Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta

Gianluca Jodice, nato a Napoli il 4 dicembre 1973, è un regista e sceneggiatore italiano noto per la sua sensibilità storica e il linguaggio cinematografico raffinato. Laureato in filosofia all’Università Federico II di Napoli, ha iniziato la sua carriera negli anni ’90 con cortometraggi premiati come Carne di topo (1999) e La signorina Holibet (2001), quest’ultimo vincitore del Sacher d’Oro al festival di Nanni Moretti . Dopo aver diretto documentari come Cercando la grande bellezza (2015), dietro le quinte del film di Paolo Sorrentino, e aver collaborato alla serie TV 1992 per Sky Italia, Jodice ha esordito nel lungometraggio con Il cattivo poeta (2020). Il film, interpretato da Sergio Castellitto nei panni di Gabriele D’Annunzio, esplora gli ultimi anni del poeta e il suo rapporto con il fascismo, ricevendo candidature ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento come miglior regista esordiente .

Nel 2024 ha diretto Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, un dramma storico ambientato durante la Rivoluzione francese, presentato in apertura al 77° Locarno Film Festival. Il film ha ottenuto riconoscimenti per scenografia, costumi, trucco e acconciature ai David di Donatello 2025 .
Jodice è apprezzato per la sua capacità di coniugare rigore storico e introspezione psicologica, offrendo ritratti profondi di figure storiche in momenti di crisi e trasformazione.

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2 luglio – Maurizio Nichetti per Amichemai

Maurizio Nichetti, nato a Milano nel 1948, è uno dei più originali registi e attori italiani. Dopo la laurea in architettura, ha iniziato la carriera come sceneggiatore per Bruno Bozzetto, partecipando a film d’animazione come *Allegro non troppo* (1976). Ha studiato mimo al Piccolo Teatro di Milano e ha fondato il gruppo teatrale “Quelli di Grock”. Il suo esordio alla regia avviene nel 1979 con *Ratataplan*, un successo internazionale che lo lancia come autore dal linguaggio surreale e poetico. Nei film successivi, come *Ho fatto splash* (1980) e *Domani si balla!* (1982), consolida uno stile ispirato al cinema muto e al mimo. Con *Ladri di saponette* (1989) vince il Nastro d’Argento per il miglior soggetto e il San Giorgio d’Oro a Mosca. Il film *Volere volare* (1991), che mescola live action e animazione, gli vale il David di Donatello e il Globo d’Oro per la sceneggiatura. Negli anni Novanta firma *Luna e l’altra* (1996), una commedia fantastica che vince il Nastro d’Argento come miglior regista. Nichetti ha lavorato anche in tv, dirigendo varietà come *Quo vadiz?* e programmi per ragazzi come *Pista!*. Dopo anni di pausa dal cinema, è tornato nel 2025 con *Amiche mai*. Apprezzato per la sua capacità di coniugare comicità, tenerezza e sperimentazione visiva, ha diretto la Civica Scuola di Cinema di Milano e insegnato in vari atenei italiani. Con uno stile unico e poetico, Nichetti ha lasciato un’impronta significativa nella storia del cinema italiano.

Amiche mai è un film del 2025 diretto da Maurizio Nichetti, il suo ritorno alla regia cinematografica dopo oltre vent’anni. La pellicola è una commedia on the road che esplora temi di conflitto, riconciliazione e cambiamento personale attraverso il viaggio di due donne molto diverse tra loro.

La storia segue Anna Ricca, una veterinaria impegnata nella gestione della sua fattoria e nei molteplici ruoli familiari di moglie, madre e nonna. Alla morte del padre Gino, Anna scopre che l’uomo ha lasciato in eredità il suo letto alla badante turca Aysè Yildirim, con cui Anna ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Per rispettare le ultime volontà del padre, Anna decide di accompagnare Aysè in un viaggio attraverso i Balcani fino alla Turchia, trasportando il letto ereditato. Durante il percorso, le due donne affrontano varie peripezie e imprevisti che metteranno alla prova la loro relazione, portandole a una maggiore comprensione reciproca e a un cambiamento personale profondo.

 

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29 giugno – Giuseppe Miale Di Mauro per il film Nottefonda

 

GIUSEPPE MIALE DI MAURO
Autore, drammaturgo e regista. Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica. È stato uno dei protagonisti dello spettacolo Gomorra andato in scena dal 2007 al 2012, vincitore del premio Gli Olimpici del Teatro. È autore di Quattro, scritto con Mario Gelardi, vincitore dei premi Girulà e Scenario. Ha scritto con Roberto Saviano la trasposizione teatrale di Santos, prodotto da Nuovo Teatro di Marco Balsamo. Ha diretto nell’edizione 2010 del Napoli Teatro Festival Italia lo spettacolo La Città di dentro, scritto con Angelo Petrella. Ha diretto lo spettacolo 12 baci sulla bocca, andato in scena al Teatro India di Roma e al Teatro Gobetti di Torino. Ha scritto con Nicolai Lilin la trasposizione teatrale di Educazione Siberiana, spettacolo di cui è anche regista, prodotto dal Teatro Stabile di Torino in collaborazione con ERT e Teatro Metastasio Stabile della Toscana. Ha diretto All In prodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale. Ha diretto la trasposizione teatrale del film Mi manda Picone, prodotta da Michele Gentile e I Fiori del Latte di Eduardo Tartaglia. È stato il regista collaboratore di Mario Martone per la messinscena di Il sindaco del Rione Sanità di Eduardo De Filippo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino e dalla Elledieffe srl. È il direttore artistico del MaraTeatro Festival giunto alla XI edizione. Dal 2016 inizia una collaborazione con il Teatro Ghione di Roma, dirigendo lo spettacolo Certe Notti. Poi comincia un lavoro sulla rivisitazione della tradizione partenopea che produce due spettacoli di cui firma adattamento e regia: Miseria e Nobiltà da Eduardo Scarpetta, e A che servono questi quattrini da Armando Curcio con Francesco Procopio e Pietro De Silva. È uno dei soci fondatori del Nest Napoli est Teatro. È il regista stabile della Compagnia Nest con la quale ha messo in scena diversi spettacoli, tra cui Love Bombing, Otello, Gli onesti della banda scritto a quattro mani con Diego De Silva, e Il berretto a sonagli – a nomme ‘e Dio tradotto e adattato da Francesco Niccolini. Ha debuttato nell’edizione 2021 del Campania Teatro Festival con la regia di Bufale e Liùne di Pau Mirò, tradotto e adattato da Enrico Ianniello. Ha curato la regia di Così fan Tutte, tratto dall’opera di Mozart con la direzione musicale di Mario Tronco, direttore dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Ha curato la regia di Scalo Marittimo di Raffaele Viviani, prodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale che ha debuttato al Teatro San Ferdinando nella stagione 22/23. Ha curato la regia di Via Senzamore, 23 di Gianni Solla, che ha debuttato al Torino Fringe Festival. Ha curato per la Compagnia Nest la regia di Premiata Pasticceria Bellavista una commedia di Vincenzo Salemme che ha debuttato a luglio 2023 nell’ambito del Campania Teatro Festival e sarà nella stagione 23/24 del Teatro Diana. Compare tra gli autori de La Ferita (Ad Est dell’Equatore) e de La Giusta Parte (Caracò). Nel 2012 esce il suo primo romanzo L’ultima volta che mi sono emozionato (Caracò). 20 Collabora con il quotidiano La Repubblica. Il suo ultimo romanzo edito è La strada degli Americani (Frassinelli). In imminente uscita, invece, il suo nuovo romanzo Blackman.

Nottefonda è un film drammatico italiano del 2024, diretto da Giuseppe Miale Di Mauro e uscito nelle sale l’8 maggio 2025. L’opera rappresenta l’esordio cinematografico del regista, cofondatore del teatro NEST di Napoli, e si basa sul suo romanzo La strada degli americani .

La storia segue Ciro (interpretato da Francesco Di Leva), un uomo devastato dalla perdita della moglie Flavia, morta in un incidente stradale causato da un’auto pirata. Da un anno, Ciro percorre ogni notte le strade di Napoli alla ricerca dell’auto rossa responsabile dell’incidente, consumato dal desiderio di vendetta e dalla dipendenza dal crack. In queste peregrinazioni notturne lo accompagna il figlio tredicenne Luigi (Mario Di Leva), che cerca di trattenere il padre dal precipitare nell’abisso del dolore e dell’autodistruzione .