Aragoste a Manhattan
Regia di Alonso Ruizpalacios. Con Raúl Briones, Rooney Mara, James Waterston, Oded Fehr, John Pyper Ferguson. Titolo originale: La Cocina. Genere Drammatico, – USA, 2024, durata 139 minuti.
Al The Grill, ristorante iperfrequentato di New York, lavora una moltitudine di persone, tra cucina, sala e uffici. Ognuno con i suoi problemi, ognuno con le sue isterie. Tra di loro ci sono Estela, che trova un posto di lavoro. Julia, che dovrà prendere una decisione importante e Pedro, a cui l’esperienza di cuoco cambierà per sempre la vita.
Ovvero un microcosmo fatto di profumi, sapori, vapori, rumori, e prima ancora esseri umani. Un’umanità variegata, composta da persone di genere, culture, età e provenienze diverse, costretta a muoversi in un unico luogo secondo una gerarchia rigida, per nulla democratica, con turni di lavoro massacranti e ritmi indiavolati per soddisfare le innumerevoli pretese dei clienti. È su questo microcosmo che si concentra il film, mettendo in risalto sullo schermo tutto ciò che si cela dietro e durante la preparazione di un piatto. Non è tanto il cibo a interessare il regista, quanto gli incontri e scontri esplosivi tra chi lo cucina, il confronto acceso al limite della rissa tra lavoratori immigrati e sfruttati, sfiniti da un andirivieni incessante di richieste.
Sembra una commedia che cavalca il trend dei film sulla cucina, dal tenero Ratatouille al crudele The Menu, in realtà La Cocina si rivela un film profondamente politico e in questo suo spessore narrativo si fa interessante, in quanto metafora eclatante dello sfruttamento del sistema capitalistico sui lavoratori (specie immigrati), della prevaricazione dei potenti sui più deboli, della sopraffazione della classe dei privilegiati (i clienti, come i manager del ristorante) su quella dei lavoratori svuotati di sogni e di energia vitale.
(mymovies.it)