Boléro
Regia di Anne Fontaine. Un film con Raphaël Personnaz, Doria Tillier, Jeanne Balibar, Emmanuelle Devos, Vincent Perez. Genere Biografico, – Francia, 2024, durata 120 minuti.
Il francese Maurice Ravel è un ragazzo con un orecchio speciale, che percepisce la musica ovunque, anche nei rumori meccanici di una fabbrica. La vita sulle prime non sembra sorridergli, viene escluso dal Prix de Rome per l’ennesima volta, si infortuna per via di una distrazione, tuttavia fa incontri che segneranno la sua vita e la sua carriera, come quello con Ida Rubinstein, Marguerite Long, Misia Sert e anche con l’America, dove conosce il jazz. Da una parte c’è il lavoro forsennato per la composizione definitiva del Boléro, dall’altra l’incombere della malattia neurologica, nel mezzo un processo creativo geniale, eppure profondamente distruttivo.
Nata su commissione della danzatrice russa Ida Rubinstein, Boléro richiederà al musicista francese una fatica e un tormento sovraumani. Li interpreta bene il convincente Raphaël Personnaz nei panni del protagonista, mentre accanto a lui, scelte per figure femminili chiave per la sua vita e la sua carriera, ci sono le brave Jeanne Balibar, Doria Tillier ed Emmanuelle Devos nei rispettivi panni della danzatrice Rubinstein, dell’amica e musa Misia Sert e della pianista Marguerite Long.
Il racconto biografico si sviluppa in modo ordinario e piuttosto convenzionale, con un poderoso flashback per raccontare chi fosse Ravel prima del suo Boléro, con un’insistenza narrativa peculiare sulla sua ossessione e anche sul suo rapporto mai lineare con le donne. Del resto il suo vero amore resta sempre la musica, che per lui può emergere ovunque, anche da un guanto sfilato lentamente da una mano.
La sua ossessione per la composizione prende sempre più il sopravvento sulla vita, diventando totalizzante, come spesso capita di vedere nei biopic, filone a cui questo film finisce per non aggiungere un vero tassello di novità. Resta tuttavia affascinante la fotografia curata da Yves Angelo, così come rimangono impresse le musiche originali di Bruno Coulais, mentre la sceneggiatura pone in dialogo costante passato e presente ed è firmata dalla stessa regista (assieme a Claire Barré).
(mymovies.it)