La storia di Souleymane
Regia di Boris Lojkine. Con Abou Sangare, Nina Meurisse, Alpha Oumar Sow, Emmanuel Yovanie, Younoussa Diallo. Titolo originale: L’histoire de Souleymane. Genere Drammatico, – Francia, 2024, durata 93 minuti.
Immigrato a Parigi dalla Guinea, il giovane Souleymane attende con ansia il colloquio con l’ufficio immigrazione locale per ottenere asilo e regolarizzare la presenza in Francia. Nel frattempo sbarca il lunario sfrecciando per la città in bicicletta e facendo consegne, subaffittando il profilo su un’app da un conoscente. Per dormire, deve prenotare ogni giorno un posto letto nella sistemazione provvisoria statale e presentarsi in tempo la sera alla partenza del pullman, schivando i vari ostacoli umani e istituzionali che cercano di mettergli i bastoni tra le ruote.
Seppur non illuminante dal punto di vista strettamente cinematografico, il terzo film di Lojkine trova ampiamente un motivo di esistere nella capacità di aprire gli occhi di un assonnato pubblico europeo, che troppo spesso fa finta di non vedere cosa succede per strada agli ordini di delivery.
L’esordiente Abou Sangare dona a Souleymane un pathos controllato e quasi inscalfibile, intento a tenere insieme in qualche modo i pezzi di una routine impossibile. Lojkine, che viene dal documentario, gli sta addosso con la macchina da presa e ne mette in fila le vicende in modo cronachistico, coprendo ogni aspetto del suo quotidiano: le consegne, sì – con tanto di periodica corsa contro il tempo per rispondere alle verifiche d’identità di una app non a suo nome – ma anche la situazione abitativa precaria e la ripetizione scolastica di una storia inventata, da imparare a memoria per assicurarsi la residenza tramite l’aiuto di un’industria di “facilitatori” ben poco affidabile.
In mezzo un caleidoscopio di personaggi, chi messo meglio e chi peggio, che mandano in scena un’umanità variabile, dagli sfruttati che sfruttano a loro volta fino ai piccoli momenti di gentilezza che sembrano oasi nel deserto di una società ostile. Apparizioni fugaci, perché nel film tutto si muove veloce e frenetico, e infatti il montaggio a cura di Xavier Sirven è il vero valore aggiunto.
(mymovies.it)